Nella seconda metà del-l'800 la spiaggia di Torre Annunziata non aveva dei veri e propri stabilimenti balneari; in seguito ne furono creati alcuni che, con autorizzazione rilas-ciata dal Comune montarono le prime cabine su palafitte divise in due settori: uno destinato agli uomini ed un altro alle donne; per l'accesso alle cabine si usavano grandi scale o un ponte. Nel periodo anteguerra esiste-vano i seguenti stabilimenti balnari: partendo da Capo Oncino: Lido Azzurro, Savoia, Diana, Giovinezza (Nettuno), Impero (Eldorado), La Rinascente, Il Risorgimento, Bagno Nuovo. In seguito, in quel posto sorse un cantiere navale che successivamente venne trasformato in stabilimento balneare con piscina "Santa Lucia" (attualmente chiuso e abbandonato).

Il Lido Azzurro nacque nel 1928 dotato di poche cabi-ne, poi con l'acquisto del Diana (1943) e del Savoia (1945), con la concessione di una zona asservita di 500 mq. si estese fino al Capo Oncino, con un fronte mare di circa 300 m. e con una spiaggia di 14.000 mq. (at-tualmente è di oltre 25.000 mq.). La concessione de-maniale veniva prima asse-gnata temporaneamente ogni anno, poi per venti anni. Attualmente è quin-quennale e tacitamente rinnovabile. La lunga durata della concessione era data ai titolari per permettere di ammortizzare i costi delle migliorie che essi effettuavano alle spiaggie. Titolari della concessione del Lido Azzurro sono stati: Luigi Manzo fino al 1964, Sandro Manzo fino al 1976, La società Lido Azzurro Terme Vesuviane fino al 1999, la Lido Azzurro s.r.l. del compianto Gennaro Vitiello fino al 2006, Villa Savoia s.r.l. fino ad oggi.

Ogni anno, in inverno, tutte le attività da realizzare nel-l'estate successiva, veni-vano programmate minu-ziosamente da Luigi Manzo ("uomo di ampie vedute, tenace nel suo proposito, trascinatore di gente, che trasformò un arenile brullo e abbandonato, ridotto ad una pubblica discarica, in un'azienda balneare e turistica che, da sola, fu vanto e decoro per la nostra città"), con riunioni continue di tutti i suoi colla-boratori, ivi compresi gli operai. Essenziali risultava essere la programmazione della manutenzione ordinaria, che si effettuava ogni anno, per le opere murarie, per quelle in ferro e in legno per le erosioni della salsedine. Sulle proposte, ognuno esprimeva il suo parere; Manzo ascoltava con attenzione, recepiva le idee migliori, ma la decisione finale spettava sempre a lui.

Per la crescita del Lido veniva sempre data la precedenza alla costruzione di nuove cabine (chalet), perché da esse si otteneva un sicuro ricavo e contem-poraneamente si soddisfa-vano le pressanti richieste dei clienti. Ogni anno, lo studio della collocazione delle cabine e il continuo perfezionamento delle strutture tendevano a rendere le stesse più funzionali per i clienti ed agevolava il relativo montaggio. Oltre alle cabine in legno erano presenti nello stabilimento circa 200 cabine in muratura, costruite nel 1944 con l'aiuto degli alleati, che avevano requisito la spiaggia per le loro truppe, provvedendo contemporaneamente alla costruzione dell'ingresso del Lido e del terrazzo bar su due livelli.

Nel mese di aprile iniziava il montaggio delle cabine; ad esso partecipavano gli operai con la collaborazione dei bagnini che prepara-vano le zone loro asse-gnate ripulendo la spiaggia e arredando le cabine con tutte le suppellettili. Il livella-mento della spiaggia veniva effettuato con una ruspa e, contemporaneamente con l'uso di una particolare macchina, veniva fatta una minuziosa pulizia della sabbia. Le cabine erano diverse ed il loro costo dipendeva dal tipo e dalla zona in cui erano ubicate: Chalet, gruppo di cabine riservate ai clienti che tramandavano l'affitto alle loro famiglie. Legno-giardino,cabine poste al centro del giardino che andavano dagli chalet al terrazzo. Legno-terrazzo, cabine in legno che andavano dal terrazzo al confine. Muratura A-B-C, poste su tre file parallele tra la spiaggia e il campo da tennis. A disposizione dei clienti senza cabina vi erano due grandi spogliatoi, uno per le donne e uno per gli uomini.

Le tariffe delle cabine venivano fissate ogni anno da una commissione for-mata da rappresentanti del Comune, dalla Capitaneria di Porto, dall'Ente del Turismo e dal Sindacato balneari. I contratti di abbo-namento venivano effettuati presso la Direzione delle Terme, mentre all'ingresso del Lido si fittavano cabine giornaliere, ombrelloni e sdraio. A disposizione dei clienti senza cabina vi erano due grandi spogliatoi, uno per le donne e uno per gli uomini. Le tariffe delle cabine venivano fissate ogni anno da una commissione formata da rappresentanti del Comune, dalla Capitaneria di Porto, dall'Ente del Turismo e dal Sindacato balneari. I contratti di abbonamento venivano effettuati presso la Direzione delle Terme, mentre all'ingresso del Lido si fittavano cabine giornaliere, ombrelloni e sdraio.

Il fiore all'occhiello del Lido erano i giardini, sempre curati meticolosamente. Ogni anno si sperimen-tavano nuove piante e fiori vari, adatti a resistere al clima estivo. Innumerevoli erano i servizi offerti: bar, ristorante, pizzeria, tavola calda, rosticceria e pastic-ceria; rivendita di giornali, sigarette e giocattoli; uno studio fotografico, il barbie-re, il parrucchiere e un negozio di abbigliamento estivo. Nel mare antistante la spiaggia venivano istallati pali che indicavano ai bagnanti non pratici di nuoto, il limite massimo dove si poteva spingere. Il servizio di salvataggio era affidato a bagnini con brevetto e con molta esperienza. Esisteva, inoltre, un pronto soccorso con guardia medica per l'intera giornata, anche di domenica e festivi, situata presso le Terme. Ogni anno le prenotazioni delle cabine si effettuavano nel mese di febbraio (l'avviso veniva inviato a gennaio con le modalità e il prezzario).

In quei tempi i clienti da-vano un piccolo acconto sul costo del fitto e poi avrebbero dovuto comple-tare con il saldo durante l'estate; ma di norma questo non avveniva; per-tanto la Direzione dovette adottare, con molto ram-marico, la norma del 50% all'atto della prenotazione e il saldo al ritiro dei tesserini. Inizialmente ai clienti veni-vano rilasciati 5 tesserini più uno con la dicitura "cameriera". Col tempo, a seguito delle proteste dei clienti, la dicitura venne abolita. La forma dei tesserini, il colore e il tipo di carta venivano ogni anno cambiati e, per evitare falsificazioni, gli stessi venivano numerati e timbrati a mano. L'attività stagionale ufficialmente iniziava il 21 giugno e terminava il 30 settembre, ma quasi tutte le famiglie scendevano in spiaggia dal 16 luglio (festa della Madonna del Carmine), fino al ferragosto o al massimo fino ai primi temporali.

La clientela del Lido proveniva da Napoli e da tutti i paesi vesuviani, in quell'epoca era consuetu-dine raggiungere lo stabili-mento con tutti i mezzi messi a disposizione: car-rette (charaballe), carroz-zelle, treni, autobus e poche auto private; si progettò anche una fermata delle ferrovie dello stato sulla Rampa Nunziante durante il periodo estivo. Torre Annunziata era meta di villeggiatura per molte famiglie che, per la permanenza, spesso fittavano appartamenti o camere presso la pensione del Lido. La spiaggia del Lido era la più ambita della zona. Era tale l'afflusso dei clienti che in alcuni periodi la presenza giornaliera superava i diecimila bagnanti. La clientela era attirata non solo dalle dimensioni del complesso, ma da tutti i servizi e confort che esso offriva.

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